Wrap up di aprile & maggio



Ovviamente la costanza ed io non siamo neanche vicine di casa: ma non ci metterò molto a fare il wrap up di due mesi di letture, visto che per diversi libri non mi sono neanche sprecata a fare una recensione.
Fra aprile e maggio ne ho letti ben 30, e ne sono sorpresa perchè pensavo di essere stata molto più lenta... e ad essere sincera "Portable Atheist" non l'ho proprio finito, ma l'ho inserito lo stesso perchè ormai ho letto tre quarti dei saggi che contiene.
Qui sotto tutte le copertine:


Libri brutti fino al fastidio... 
- "The single girl's guide", ovvero quello che la figlia di Lloyd Webber crede che sia la normale vita delle single ma il risultato è il rigurgito di una specie di Carrie Bradshaw imbriaga in versione snob. Certa gente vive completamente in un altro mondo. Non leggetelo, non compratelo; se l'avete già letto, resettate la memoria; se l'avete comprato, vendetelo ad estranei o buttatelo nella spazzatura. Non è roba da regalare: ci fareste brutta figura.
- "Oggi forse non ammazzo nessuno"... sì, e domani forse non scriverai cagate. Randa Ghazy scrive con lo stesso tono di un'adolescente che spettegola al telefono. Profondità: livello pozzanghera. 
A tratti una sottospecie di "Sex & the city" in versione islamica (giusto per far coppia con l'obbrobrio qui sopra). Altre volte si entra in modalità "lamentela esasperata" perchè ommioddio le fanno sempre le stesse domande, che stress, mabbasta, lei è normaleh!
A quanto pare la Fabbri è interessata a pubblicare roba che dovrebbe rimanere confinata in un blog.
- "Il segno della croce", l'ho fatto sulla tomba del rispetto che avevo per Glenn Cooper. Riposi in pace e nell'imperituro ricordo della trilogia della Biblioteca dei Morti alla cui gloria d'ora in poi sappiamo continuerà inutilmente ad aspirare per il resto della sua carriera.
- "Mavaffanmantra". Ho preso nota e le ho contate: ci sono otto pagine parzialmente utili, in questo libro. Il resto è esattamente quello che mi aspettavo da un tipo del genere... leggendo, ho avuto la costante e sgradevole sensazione di avere di nuovo a che fare con una mia vecchia conoscenza... un altro italiano che osanna Osho, con un finto nome dal suono indiano, un modo di rivolgersi agli altri come fossero tutti duri a comprendere e persino la stessa pettinatura e il guardaroba in comune. Sto avendo un inquietante déjà vu.
- "Fahrenheit 451". Sono perplessa... davvero questo libro sarebbe un classico?
Personalmente l'ho trovato illeggibile. Sì, ok, mondo distopico, libri proibiti, i buoni leggono, i cattivi guardano la tv... ma nessuna trama, per quanto bella sia (e non è questo il caso), può convincermi ad affrontare un libro scritto in un modo che mi ha fatto sfiorare l'attacco isterico. Possibile che ogni parola necessiti di due aggettivi, un paragone e una metafora? Non puoi venirmi a dire che è una "scrittura poetica"... questo non ha niente di poetico, è solo frustrante da morire. Roba che quasi quasi ci do fuoco.
- "La gente felice legge e beve caffè"... ma per rimanere felice di sicuro non legge 'sta roba. Qui la mia recensione con spoiler.

Libri che "c'ho provato ma non fanno per me"
- "Artemis Fowl" e "Il libro della giungla": sono troppo vecchia per 'sta roba
- "Walhalla" mi ha fatto capire che Clive Cussler deve entrare nel club degli scrittori da lasciare ad altri, come Wilbur Smith, Nicholas Sparks e, tristemente, anche Patricia Cornwell. "Postmortem" mi era piaciuto ma "Oggetti di reato" mi ha ricordato che solo perchè mi piacciono i film gialli non significa che riesca ad apprezzare questo genere anche in formato libro. Salvo Agatha Christie, devo smetterla di illudermi e ammettere che i libri gialli mi annoiano.
- "Miss Alabama e la casa dei sogni" è la prova che solo perchè "Pomodori verdi fritti" ti è uscito bene, non vuol dire che succeda ogni volta che pubblichi qualcosa. C'ho provato perchè speravo di collezionare tutti i suoi libri: le copertine di questa serie sono deliziose.

Libri che "meh..." e "boh..."
- "La randagia", ovvero "come sfruttare il tema della stregoneria per un giallo senza suspense dalle tinte rosa". In pratica una trama che avrebbe potuto essere passabile per un YA, ma a cui l'autrice ha voluto dare un tono più "adulto" (o più commerciabile?) infilandoci l'inquisizione. Si fa leggere senza esasperazione almeno fino a metà, ma poi comincia a tirarla per le lunghe.
- "Sotto i lampi e la luna". Storia inutile e un po' deludente, visto che sappiamo di cosa fosse capace Uhlman.


Il premio "perchè mi hai tradito?!" va a...
- "Moving Target: a princess Leia adventure". Delusiooooooone.... tremenda delusione :(
Non aggiungo altro. Non vale la pena.
- La trilogia di "Heralds of Valdemar". Avevo tante speranze, e il primo libro non le ha affatto deluse. Non si può dire che fosse stato perfetto: a volte è lento e altre volte frettoloso, ma il mondo che viene creato è talmente interessante che non puoi far altro che pregustare i prossimi libri, che non sono solo i due seguenti in questa trilogia: ce ne sono molti altri. Quindi l'idea di essere entrata in un universo tutto da scoprire era elettrizzante. 
Purtroppo a metà del secondo libro già si è ad un passo dall'esasperazione. E' lo stesso processo che mi ha fatto disinnamorare della saga di Eragon, dove il primo libro era bello e promettente e i seguenti erano lenti come la morte. Anche qui potrei dire che la lentezza ha rovinato tutto se non fosse per il fatto che non c'è nulla da rovinare perchè non accade assolutamente nulla. Il terzo, ahimè, ingigantisce i problemi del secondo e sfiora l'assurdo... e una trilogia iniziata con un libro così pieno di positività e speranza, che avrebbe potuto portare ad una saga epica, finisce in un modo indegno, dove quello che è stato creato della personalità dei personaggi viene fatto a pezzi con una trama che... boh... non riesco neanche a trovare le parole adatte per descrivere la mia delusione. Dopo aver adorato il primo libro, gli altri due, ma soprattutto il terzo, li ho visti come un tradimento: come se l'autrice avesse preso ad accettate tutte le mie belle speranze per Talia e Rolan, e Keren e Kris ed Elspeth e gli altri... L'ho vissuta come un'ingiustizia e sono mortalmente offesa. Ecco xD E non aggiungo altro perchè non intendo fare spoiler. La mia ricerca per una nuova saga fantasy da amare dura ormai da anni e ancora non c'è nulla all'orizzonte. Ma non demordo. La troverò.
- "Il re d'inverno". 18 anni fa comprai il box set dei cinque volumi della saga di Excalibur e lessi il primo. Poi è passato del tempo e ogni volta che mi cadeva l'occhio in quel punto della libreria mi chiedevo "come mai dopo aver letto il primo non ho continuato con gli altri?" Bene... ora che ho riletto "Il re d'inverno" posso rispondere a quella domanda: non ho letto gli altri perchè il primo mi aveva annoiato a morte. Essendo ossessionata dal mito arturiano, probabilmente la prima lettura mi aveva deluso talmente tanto che inconsciamente avevo scelto di rimuoverne il ricordo. 
E adesso quella delusione si è fatta risentire... una delusione ancora più profonda della prima, dato che nel frattempo ho letto la versione della Zimmer Bradley che per me rimane "la versione arturiana più faiga di tutti i tempi" e mi sono trovata nell'incapacità di reggere una versione dei personaggi completamente storpiata rispetto al mio ideale. (Quante volte ho scritto "versione"?)
Giuro, ho fatto di tutto per resettare la memoria, tralasciare i preconcetti e accettare semplicemente la sua versione (aridaje), ma non sono riuscita ad entrare in confidenza con i personaggi... i comportamenti di Nimue e Sebile, la figura stessa di Morgana, il modo in cui l'autore descrive i druidi.... avevo la costante sensazione che fosse tutto sbagliato. Tutto. Sbagliato. 
E infine, lo stile... LA NOIA. La sensazione costante di sterilità e noia.
Chiedo scusa alla me stessa di 18 anni per non essermi ricordata la sua opinione... e per non rischiare di ricascarci fra altri 18 anni, ora scriverò una nota nel libro, così da ricordarmi che per ben due volte l'ho trovato mediocre.

Senza infamia e senza lode
- "Childfree: sono un mostro, non voglio avere figli". Una lettura veloce e poco impegnativa, utile più che altro per sorridere e annuire fra il divertito e l'esasperato, quando si conoscono bene le reazioni della gente al tuo "non voglio avere figli". Ma niente di più... ci sono un paio di capitoli che non avevano motivo di esserci e mancano tanti argomenti che invece avrebbero dovuto. Perciò va bene prenderlo per quello che è, ed è comunque piacevole... ma non può certo definirsi un "manifesto" come forse sperava l'autrice. E' troppo superficiale ed incompleto per esserlo.
- "INTJ 33: Secrets From the Life of an INTJ" Ssssih, dai, passabile. Alcune cose fuori posto ma tutto sommato può andare (leggi tutta la recensione qui)
- "La regina irriverente". Un romanzo storico sulla figura affascinante e controversa di Eleonora d'Aquitania nelle vesti di regina di Francia. Ecco, forse l'avrei trovato più coinvolgente se fosse stato narrato anche il resto della sua vita, dato che per gusto personale trovo più interessante il suo ruolo nelle vicende della Corona inglese. Alcune parti sono un po' prolisse, specie "le lettere", ma a conti fatti si legge bene.

Roba faiga
- "The Portable Atheist: Essential Readings for the Nonbeliever" è un'antologia di scritti a cura di Christopher Hitchens. Vi avverto: a tratti può essere pesante, però credo sia una pubblicazione che vale la pena di tenere in casa e ha il vantaggio di poter essere letta a piccoli morsi.
- "Il magico potere del riordino". Sono già una veterana del riordino e alcuni suggerimenti dell'autrice facevano già parte del mio metodo ancora prima di sentir parlare del "Konmari", ma ho trovato comunque diverse riflessioni interessanti. Il metodo in se è valido e consigliatissimo ma la Kondo si spinge oltre la semplice parte pratica e va a toccare l'inconscio, le emozioni e anche la sua personale spiritualità. Ho molto apprezzato anche queste parti.
L'unico punto che mi ha lasciato perplessa - anzi no, che mi ha fatto inorridire - è quella riguardante i libri. Per prima cosa, non sono d'accordo con lei sul fatto che i libri non letti siano da buttare: io sono l'esempio lampante che un libro può stare nella mia libreria per molto tempo perchè so che l'argomento mi interessa ma sono anche fiduciosa che prima o poi arriva il momento giusto per leggerlo. Arriva sempre. Questo specifico libro è rimasto sullo scaffale per diversi mesi prima che sentissi che il momento era arrivato. Inoltre scorrere con lo sguardo una libreria ricca di volumi ancora da scoprire è come avere a portata di mano la possibilità di mille avventure. Ma la parte che mi ha fatto inorridire è quando ha detto che voleva conservare solo specifiche frasi di alcuni libri, e il modo migliore che ha trovato è stato quello di strappare le pagine in questione e buttare tutto il resto. ORRORE. SACRILEGIO. 
Ma è questione di prospettiva, è liberissima di farlo... basta che non lo faccia di fronte a me xD 
- "La capanna incantata". poetico :)
- "L'arte della guerra" credo sia uno di quei libri che vanno presi un sorso alla volta e presi in mano spesso. Perchè a leggerlo tutto d'un fiato come ho fatto io non rimane in testa nulla e hai l'impressione di esserti persa delle perle. Calma, mettilo giù, rileggi una frase ogni tanto e rimuginaci sopra senza fretta...
- "I misteri di Voyager". Questo libro non tratta certo gli argomenti in modo approfondito, ma non pretende di farlo e quindi va bene così. E' strutturato nel modo perfetto per essere tenuto in bagno. Giuro. Lettura da bagno per eccellenza, e pure istruttiva. Voglio pensare che fosse questo l'obiettivo, quindi mission accomplished XD
- "Childfree: senza figli per scelta". Rispetto all'altro testo sullo stesso argomento di cui ho scritto più sopra, questo è molto più approfondito. Un must per chi è interessato.

Ti lovvo tanto
- "Niente resurrezioni, per favore" è il terzo capitolo della Trilogia del Ritorno, di cui avevo letto solo il primo, ma è strutturato in modo tale che è possibile apprezzarlo anche come libro a se stante. Uhlman è conciso e minimalista, e quando si sofferma per descrivere un particolare, lo fa con intelligenza e con uno scopo preciso. Il risultato è un racconto breve ed intenso dove il lettore non può fare a meno di immergersi nella storia e vedere il mondo con gli occhi del protagonista.
- "I figli di Húrin". Quirino Principe, nella sua nota finale a questa edizione, ha detto che "questa strana natura dell'opera tolkeniana nel suo insieme, nei suoi aspetti d'invenzione narrativa ma anche di creatività linguistico-filologica e pittorico-grafica, ha dato linfa alla nascita e diffusione di una sorta di società esoterica: quella dei fedeli di Tolkien..." 
...e come dargli torto? Per quel che mi riguarda, Tolkien è dio; e per quanto io possa amare tanti altri libri e scrittori, mai nessuno arriverà abbastanza in alto da sfiorarlo.
Sarò sempre immensamente grata a Christopher Tolkien per l'impegno e la dedizione con cui ha gestito il lascito di suo padre, permettendoci di conoscere gioielli come questo che altrimenti sarebbero andati perduti. ♥

1 commento:

  1. Fahrenheit 451 è un classicone invece! E pure molto lungimirante. Io lo associo mentalmente agli altri due capolavori di Orwell, puoi immaginare quali, tanto che nella libreria li tengo vicini-vicini XD
    Hai ragione però a dire che non scrive benissimo, questo perchè Bradbury fa parte di quella letteratura fantascientifica-robotica tipica anni '50. Quindi senza un costrutto narrativo di alta cultura letteraria, ma è più sul tecnico-pratico. Ed è infatti uno dei pochi casi dove il film ricavato, sia meglio del libro! Tra l'altro girato alla fine degli anni '60 (e si vede), sceneggiato in una maniera tale che se lo facessero adesso, avrebbero più facilità nel far vedere la parte fantascientifica, ma ne uscirebbe una puttanata mega-galattica. L'unica cosa che gli difetta è la mancanza della scena del tentato investimento di un automobilista alla cazzo mentre è in fuga. Che invece nel libro trovo che sia una delle parti spiegate meglio, col ragionamento psicologico ed inquietante che ne fa poi. Inquietante perchè la trovo indicativa della deriva civile che ha la società alienata dalla tecnologia che lui crea, probabilmente derivante dalla percezione dei primi segnali che ha visto di essa. Un esempio potrebbe essere la similitudine con quelli che buttavano i sassi dai cavalcavia.
    Quindi non è un libro da intrattenimento spaltracco, bumm splàm, alè! da leggere per poi dimenticare una volta consumato, ma è lì che ti dice: hey, attento! Guarda, c'è sta roba qua, potrebbe capitare... se non proprio uguale, simile. Anche se è scritto male.

    Blizzard

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