Wrap up di gennaio



Ci sono dei periodi in cui la lettura va a rilento... altri in cui leggerei dalla mattina alla sera. Questo mese è stato abbastanza movimentato: la voglia di leggere c'era ma mi sono imbattuta in molti pessimi libri, alcuni dei quali sono ritenuti dei capolavori per motivi che davvero non mi so spiegare.
Quelle qui riportate sono le recensioni che ho postato su Goodreads: come vedete qui a fianco, tengo il conto con il Reading Challenge e aggiorno sempre appena ho finito un libro. Se avete un account, mandatemi pure la richiesta di amicizia: Goodreads ce l'ho praticamente sempre aperto sul pc.
Andiamo per ordine :)

"Il profumo delle foglie di limone" di Clara Sànchez
*****
E' bello iniziare l'anno con uno dei libri più avvincenti che mi sia capitato di leggere da molto tempo. 
Lo ammetto, l'ho trovato al mercatino e l'ho preso perchè non costava quasi nulla. Mi aspettavo talmente poco che l'ho persino messo nella pila delle "probabili ciofeche" da leggere. Invece che sorpresa! Beh, sorpresa anche perchè la copertina dice "sono un romanzetto rosa con un titolo zuccheroso e un'immagine da young adult di terza categoria", mentre il contenuto dice "sono un thriller che non vorrai mettere giù fino alla fine, con due protagonisti di cui uno è un cacciatore di nazisti"... e l'altra è una tipa un po' svampita che inizialmente ti viene voglia di mollarle una sberla perchè la smetta di prendere decisioni idiote, ma vabbè. Copertina fuorviante a parte, se un libro è talmente interessante che non vedo l'ora di tornare a casa per ricominciare a leggerlo, vuol dire che si merita il voto massimo... a me capita raramente. Mi è piaciuto lo stile asciutto senza troppe descrizioni, il passo spedito con cui si svolgono i fatti. Ne potrebbe uscire anche un bel film. E ora non vedo l'ora di leggere il sequel.


"L'atlante di smeraldo" di John Stephens
*
Noioso... e quel che è peggio è che sembra un collage di scopiazzamenti di altri autori. Ho sentito "puzza" di Lemony Snicket fin dalla prima pagina, e poi C.S. Lewis e Rowling a man bassa.
Alla fine è una gran confusione, e si fa molta fatica ad immaginarsi le scene perchè le descrizioni sono pessime. Come se non fosse abbastanza: viaggi nel tempo.
Proprio no.


"La casa del vento e delle ombre" di Deborah Lawrenson
*
Che scrittura inutilmente pomposa, pretenziosa, ampollosa e affettata! xD
Un po' va bene, ma questo è troppo. Non è un romanzo: è un dizionario di sinonimi incluso in un'enciclopedia di metafore. Eccheppalle.


"L'ultima profezia" di Liz Jensen
*
Scritto da cani. Ho sperato migliorasse ma inutilmente.
Questo libro, però, mi ha insegnato una cosa importante: non limitarsi a leggere la trama sulla copertina, prima dell'acquisto. Bisogna leggere almeno la prima pagina del romanzo. Perchè se l'avessi fatto, non avrei mai comprato questa roba. Alla quarta frase stavo già pensando "ma come ca**o scrivi?!" O_o


"Wonder" di R.J. Palacio
**
Ma che ci sia qualcosa che non va in me, visto che la maggior parte dei casi letterari degli ultimi tempi a me non dice nulla?
Come per Miss Peregrine, anche qui sono partita con tante speranze... ne avevo sentito parlare sempre molto bene e ho fatto di tutto per convincermi che quello che stavo leggendo non era pessimo come sembrava. "Dai, continua, vedrai che il motivo per cui tutti lo amano sta per arrivare!"
Non è arrivato. Per me questo libro è un festival di buonismo melenso.


"L'amico ritrovato" di Fred Uhlman
*****
Questo libro è una gemma rara: stupendo in ogni particolare.


"Il sogno della non violenza" di Martin L. King
Non mi sento di dargli un voto, visto l'argomento, ma diciamo che mi aspettavo più di una raccolta di pezzetti e citazioni.


"La casa per bambini speciali di Miss Peregrine" di Ransom Riggs
***
Diciamo che meriterebbe non più di due stelle, ma la terza è per come è stata curata la grafica: è un gioiellino di libro, anche nella versione economica. Tanto di cappello alla Rizzoli.
Detto ciò... la storia aveva un grande potenziale e la prima metà del libro mi stava piacendo molto. Peccato che poi si sia scelto un antagonista improbabile e che la caratterizzazione dei personaggi non sia mai stata approfondita. Speravo di aver scoperto una nuova trilogia a cui appassionarmi, ma non è stato così.


"La ragazza con l'orecchino di perla" di Tracy Chevalier 
**
Se mi ci vogliono cinque giorni per leggere duecento pagine, vuol dire che mi stavo annoiando da morire. Ho continuato la lettura per quei pochi momenti interessanti, che arrivavano sempre quando stavo quasi per mollarlo. Ma non si salva lo stesso. 
Stamattina, per avere il "quadro" completo (LOL scusate), mi sono vista anche il film, sperando si trattasse di uno di quei rari casi in cui il film è meglio del libro. Ma purtroppo il regista ha attinto a piene mani dal fiume della noia.
Mettiamo in chiaro che il quadro è meraviglioso e che i rari momenti validi di questa storia si contano sulle dita di una mano e riguardano esclusivamente le scene in cui l'arte è al centro dell'attenzione. Tutto il resto è soap opera.


"Harry Potter and the Chamber of Secrets" di JK Rowling
*****
Ogni anno ne rileggo almeno uno della saga. Di solito lo tengo sul comodino per quelle sere in cui sono troppo stanca per concentrarmi su un libro nuovo e quindi, per conciliare il sonno, mi leggo un paio di pagine di HP. Questo l'avevo iniziato ancora l'anno scorso... me la sono presa molto comoda xD


"Il mistero di re Artù" di Elizabeth Jenkins
***
Avrebbe potuto essere un gioiello unico nel suo genere. Di tutti i libri in materia di cui sono a conoscenza, questo si era apparentemente distinto subito per i contenuti. Prometteva di raccontare l'influenza che il mito di re Artù ha avuto sui mille e più anni di storia europea, dalla sua nascita, nelle nebbie del medioevo, fino a Tennyson e i Pre-raffaeliti. Un compito arduo ma che, se fatto bene, avrebbe dato vita ad un capolavoro.
Il libro parla effettivamente di questo, ma l'autrice perde tempo raccontando cose già dette in altri mille libri su Artù: l'origine del mito, Chretien de Troyes, il Mabinogion, Goffredo di Monmouth, Malory... tutte cose già dette. Mezzo libro se ne va così, quindi le cose sono due: o fai un tomo gigantesco e parli di TUTTO quello che concerne il mito oppure, se scegli come in questo caso un formato che non arriva alle 300 pagine, cerchi di concentrarti su quello che non è mai stato detto altrove. 
L'altra metà del libro è in sostanza la storia della corona britannica dai Plantageneti ai Tudor fino al periodo vittoriano: i riferimenti al mito ci sono ma in uno stile talmente sterile e compilatorio che ti passa la voglia.
Ammetto di aver preso questo libro principalmente per l'ultimo capitolo, ovvero per leggere del rapporto tra re Artù e i Pre-raffaeliti. Purtroppo anche in questo caso, la sterilità della scrittura ha tolto tutta la magia. La cosa più assurda è che in questo capitolo, sebbene si faccia il nome di pittori come Millais e Rossetti, incredibilmente non viene mai citato Waterhouse. Persino nella didascalia sotto un particolare del dipinto della lady of Shalott (di Waterhouse), l'autrice glissa sul suo nome scrivendo solo "La Damigella di Shalott in un quadro ispirato all'opera di Tennyson".
Considerata l'importanza fondamentale di Waterhouse sia all'interno della corrente pre-raffaelita, sia per la quantità di lavori ispirati al mito arturiano, il fatto che la Jenkins - perdonatemi il francesismo - non lo caghi neanche di striscio, è inaudito.


"Il magico potere di sbattersene il ca**o" di Sarah Knight
***
Meno illuminante di quanto mi aspettassi, ma solo per il fatto che - a quanto pare - sono già a buon punto nel processo di sbattermene sempre di meno. Delle "quattro categorie di sbattimenti potenziali" di cui parla l'autrice (cose, lavoro, amici/conoscenti/sconosciuti, famiglia), ho ancora difficoltà solo con l'ultima voce, che è quella più rognosa e che andrebbe affrontata solo dopo aver imparato a gestire le altre tre. Confermo. E' così. 
Comunque delle informazioni interessanti ci sono, anche per chi è già al livello advanced.
Tipo ho imparato che la mia abitudine di andarmene di soppiatto da situazioni sociali che altrimenti avrebbero bisogno di mille baci e abbracci e frasi di circostanza e promesse di rivedersi prestissimo si chiama "uscita di scena all'irlandese". E' la mia specialità.
Ma il suggerimento veramente utile, nel mio caso, riguarda le linee politiche personali: la "tattica del paraculo ninja". Provare per credere, è una tecnica di rimbalzo perfetta che mi mancava. Grazie Sarah per lo spunto!
E inizierò a mettere in pratica i suoi suggerimenti già partendo sbattendomene il cazzo di regalare questo libro a mia cugina che me l'aveva chiesto come regalo di natale (aggiuntivo). Sì, proprio lei, la stessa che non si è nemmeno degnata di ringraziarmi per quelli che le ho fatto. Compratelo te, così leggendolo ti renderai conto di rientrare nel "quadrante della stronzaggine". 


"Patagonia Express" di Luis Sepúlveda
**
Mi è piaciuto lo stile ma la storia in sè non l'ho trovata affatto coinvolgente.


"Le leggi karmiche" di Douglas M. Baker
Non mi sento di dare un giudizio, ma personalmente non mi è stato di aiuto.


"Shockaholic" di Carrie Fisher
*****
Un libro che fa ridere e commuovere, scritto in un modo talmente diretto e allo stesso tempo geniale che non puoi fare a meno di leggerlo sentendo la sua voce che ti racconta la storia.
Non ho mai avuto interesse per il mondo dorato di Hollywood e mai mi metterei a leggere le biografie delle star, ma i racconti di questo libro vanno ben oltre. Carrie non si limita a blaterare di tutti i VIP di cui è stata circondata fin da piccola: prende spunto da alcune di queste conoscenze e quel che ne ricava è umanità e crescita interiore. Il capitolo finale sul suo rapporto col padre è stato particolarmente emotivo: il suo rapporto con il perdono e con la morte dei suoi cari, scherzando anche sulla propria. E in quei momenti non possono non salirti le lacrime agli occhi.
"You love them until they can't feel loved anymore, then you keep on loving them as if they were still there". E noi continuiamo ad amare Carrie come se fosse ancora qui.


"Before the Awakening" di Greg Rucka
*****
Il libro racconta in tre parti ciò che è successo a Finn, Rey e Poe appena prima dell'inizio della storia che si svolge nell' EpisodioVII. Non ci sono grandi rivelazioni, ma comunque riesce nel tentativo di ampliare la conoscenza dei tre personaggi e lo fa in modo perfetto. 
E' una lettura veloce e molto dinamica; consigliatissima a chiunque abbia amato TFA.


"Under The Holly Moon" by Ellen Dugan
*
Senza dubbio il peggior libro della serie, con dei personaggi insulsi che fanno cose che vanno contro il buonsenso più basilare e scritto in modo persino più irritante del solito. Uno pensa che con l'esperienza si migliori, invece mi dispiace dire che lo stile della Dugan risulta sempre più forzato col passare del tempo. Leggendolo è costante la sensazione che sia stato scritto da un'ultracinquantenne che sta facendo di tutto per sembrare giovanile anche nella scelta delle parole, e il risultato finale è quasi imbarazzante. 
E' un libro di 300 pagine in cui non succede assolutamente un cacchio di nulla, dove gli avvenimenti veri e propri avrebbero preso si e no dieci pagine, ad essere generosa. Tutto il resto è un allungare il brodo con un noioso racconto di vita quotidiana che non porta a nulla se non ad una soluzione frettolosa e - oh, aiutatemi a trovare una parola che renda l'idea dello squallore letterario in cui sembra impantanata -... e ad un anticlimax che è quasi un climax, visto che sono stata solo che contenta di finire il libro. Ha persino dovuto infilarci le scene di sesso nel disperato (e inutile) tentativo di rendere questa roba degna del prezzo di copertina. 
I primi due libri erano carini, il terzo era superiore e mi aveva fatto sperare in un miglioramento, ma il quarto era decisamente fiacco e con quest'ultimo capitolo si capisce che la Dugan ha esaurito le idee e cerca di andare avanti con la poca inerzia che rimane. 
E' un peccato, ma per me la saga delle streghe Bishop finisce qui. Non credo mi prenderò il disturbo di leggere il prossimo.


"Elements of Pantheism: A Spirituality of Nature and the Universe" di Paul A. Harrison
****
Sembra una lettura veloce, a prima vista, ma è estremamente denso. Si passa dalle definizioni di base alla storia del concetto di panteismo fin dall'antichità, gli elementi panteistici in religioni come il buddismo zen e il taoismo, e personaggi chiave come Giordano Bruno, Toland, Spinoza, Hegel... poeti e scrittori come William Blake, Tennyson, Wilde e Whitman... fino a D.H.Lowrence e Einstein. Bellissima la parte sulle origini dell'universo, sul concetto panteista di "dio" e quella sullo sviluppo delle religioni dall'origine dell'uomo a oggi.
Unici lati negativi, a volte è un po' troppo verboso e l'impaginazione non è delle migliori. E' comunque un libro che consiglierei a chi vuole approfondire l'argomento e a chi sta cercando un'alternativa alle religioni convenzionali e anche al pantano moralista della new age.


"The Force Awakens" di Alan Dean Foster
****
Questo libro mi ha dato esattamente quello che mi aspettavo. Volevo gustarmi la storia in modo più lento e dettagliato (rispetto al film, che ormai conosco a memoria), e cercavo quei piccoli particolari descrittivi, espressioni, qualche parola in più nei dialoghi, tutto quello che potesse aggiungersi alla storia che già conoscevo. Questo libro ha soddisfatto la mia curiosità (o chiamatela pure "ossessione"), almeno per quanto sia possibile visto che il resto della storia è ancora avvolto nel più impenetrabile mistero. Mi sono soffermata sulle parti cruciali e potenzialmente ricche di indizi con l'istinto del detective, stando attenta e assaporando ogni singola parola e al contempo "leggendo fra le righe". (E le varie teorie sono tutte tornate a galla, con relativi trip mentali)
L'unica nota negativa è lo stile di Foster, una scrittura sterile che non riesce a far trasparire in modo convincente le emozioni dei personaggi, anzi, non è che ci provi neanche più di tanto. Forse era intenzionale, per non rischiare di far trapelare indizi che devono rimanere al sicuro ancora per un anno (anzi, dieci mesi e 14 giorni), anche perchè quando vuole qualche emozione te la dà... altrimenti non mi sarei messa a frignare per Han (oh no aspetta.... forse è perchè io frigno ogni volta per Han, anche se il film l'avrò visto tipo cento volte... ehm...)

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