Craft of the Wild Witch: recensione

voto: 3/7

Intanto, il libro è in inglese; non l'hanno tradotto in italiano e dubito che lo faranno... e considerato il modo di scrivere molto creativo dell'autrice, forse è meglio anche così perchè di solito i traduttori italiani sono dei macellai.
314 pagine, pubblicato dalla Llewellyn che è una casa editrice americana che un tempo pubblicava roba figa ma ora bisogna scavare in una melma di libri cazzari sul filone "Ravenwolf" per trovare qualche perla.
Devo dire che all'inizio ero entusiasta: il libro parte bene, se quello che cerchi è un approfondimento sulla stregoneria verde e sulla hedge witchcraft. Poi però comincia a tirarla per le lunghe quando pensi che sui "trance journeys" si fermerà per il tempo necessario e invece ti accorgi che le pagine volano e lei si perde in un'infinita descrizione delle sue esperienze che, per quanto poetiche, alla fine non ti danno nessuno spunto pratico. Poi ci si aggiunge il discorso infinito sugli spiriti guida e su quanto siano fondamentali, tanto che secondo lei, se per ogni incantesimo che fai non chiedi aiuto ad uno o più spiriti guida, quell'incantesimo finirà per collassare su se stesso o causare problemi atroci. Bah... E così il tempo passa, tu continui a leggere e dopo tipo 100 pagine non ne puoi più e proprio quando quel capitolo finisce e speri in qualcosa di più concreto... parte con le fate.
Ora: se il vostro percorso include il mondo fatato e gli spiriti guida, fatevi un favore e prendete subito questo libro perchè vi renderà molto, molto felici.
Se non è così, ci sono comunque dei motivi per comprarlo, ma non è proprio indispensabile.
Di positivo ha tutta la prima parte: fa una descrizione approfondita e decisamente inusuale delle fasi lunari e delle festività: non è il solito elenco sul modello di Cunningham e affini (senza nulla togliere a Scott, pace all'anima sua, ma questo è tutto un altro livello).
Offre delle spiegazioni molto interessanti soprattutto sulla protezione psichica, un argomento di vitale importanza che nei libri sul neo-paganesimo in genere viene affrontato "a volo d'uccello" quando va bene, e forse questo è l'argomento che metterei al primo posto tra i motivi per cui leggere questo libro.
Altri argomenti trattati bene sono la visualizzazione, la descrizione dei quattro tipi di personalità associate agli elementi, un elenco abbastanza esaustivo sui tipi di entità, forme pensiero ed energia residua (qui si entra nell'ambito spiritismo) e alla fine, saltando quell'ottantina di pagine "fatate", conclude bene con qualcosa di decisamente pratico come la purificazione psichica (anche con gli oli essenziali), qualche sacchetto, tre tisane e metodi di divinazione "alternativi" con pietre, ossa e altri oggetti naturali.

Ci sono da dire soprattutto tre cose positive:
- dà degli ottimi spunti su come iniziare i "trance journeys"
- da un punto di vista letterario, è un libro molto poetico
- è essenzialmente animista/panteista: non tira in ballo divinità di alcun genere

...e tre cose che, a seconda delle inclinazioni del lettore, possono essere di ostacolo:
- è impegnativo anche per chi l'inglese lo conosce abbastanza bene
- l'argomento fate e spiriti guida può scoraggiare il lettore che non condivide quell'interesse perchè l'autrice li ritiene aspetti ultra-fondamentali e ti stressa all'infinito (non sentitevi in colpa se vorrete saltare quella parte: avreste tutta la mia comprensione)
- l'autrice, essendo anche una medium, mette molta, anzi moltissima enfasi sulle energie psichiche, sulle entità di vario genere, sul suo contatto con esse e questo potrebbe essere un ostacolo per chi non ha mai avuto un'esperienza diretta in questo "settore".

Alla fine, ci do un 6, ma considerato il potenziale che dimostrava all'inizio, si è un po' rovinata dalla seconda metà in poi.

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