The Goddess is in the Details: recensione

voto: 5/7

Premetto che non mi aspettavo grandi cose da questo libro. Già la copertina dice molto: è un libricino leggero, spesso scherzoso e decisamente wiccan. Ma anche non essendo più wiccan da un pezzo, c'è sempre un comune denominatore ed è per questo che non scarto mai a priori un libro il cui autore segue quel sentiero. 
Iniziamo quindi dalla prima pagina, con foto e presentazione dell'autrice, Deborah Blake, ovvero "come vorrei essere io fra una ventina di anni". Questa tizia vive in una fattoria nella campagna del nord-est degli USA con cinque gatti e un enorme orto/giardino, scrive libri, legge i tarocchi, crea gioielli ed è - come posso tradurlo in italiano? - una "guaritrice energetica" (bah, sì, diamo per buona questa traduzione... tanto più avanti nel libro ci spiegherà di cosa si tratta). E' anche fondatrice di un coven eclettico... cosa molto interessante, perchè già non è semplice gestire un gruppo quando si ha la stessa prospettiva, figuriamoci quando ognuno ha un percorso diverso, seppure con le dovute somiglianze. Quindi tanto di cappello.
Il sottotitolo del libro è "wisdom for the everyday witch", e direi che ci può stare, perchè in sostanza dà diversi spunti interessanti, con un generoso quantitativo di esperienze personali che sono sempre pertinenti e mai noiose; insomma, non è che parte a raccontare degli affari suoi tanto per menare il can per l'aia, e questo mi piace. Ma la "everyday witch" a cui si riferisce - come spiega nell'introduzione - non è l'apprendista. Questo è un libro per chi ha già intrapreso il cammino pagano da abbastanza tempo da non poter più essere considerato un neofita. Ma non aspettatevi rivelazioni arcane: significa semplicemente che non è una guida alla wicca... per quello c'è lo zio Scott. Ad ogni modo parla di cose anche abbastanza basilari, quindi partiamo da queste. 
Il testo inizia parlando di definizioni, e ad un certo punto cita Kala Trobe e la sua definizione di "strega", che ho trovato talmente perfetta (per come la vivo io) che ve la traduco subito:
(Una strega è) chiunque - sia wiccan che altro - che: agisce positivamente per migliorare la propria vita con l'uso della magia; venera gli antichi dei, in qualsiasi forma, anche come semplici energie intrinseche della natura; si prende la responsabilità delle proprie azioni; segue i cicli delle stagioni con consapevolezza magica e pratica; lavora con i flussi lunari e stellari, e celebra la luna piena, per quanto silenziosamente; si impegna per migliorare se stessa/o, spesso tramite esperienze iniziatiche e ritiene se stessa/o una strega.
Secondo la Blake, questa è la miglior definizione che lei abbia mai letto, e io sono d'accordo.

Il secondo capitolo parla dei sette punti fondamentali, includendo il Rede (wiccan) che a me spesso ha fatto storcere il naso, ma lasciando da parte la thelemita che è in me, mi limiterò a dire che sì, dopotutto, il Rede ha senso. Gli altri punti sono: 
- la legge del tre (fortunatamente la Blake è abbastanza di ampie vedute e prende sempre in considerazione più punti di vista, non solo il suo, quindi in questo punto sottolinea che ci sono anche persone - come la sottoscritta - secondo cui un'azione torna indietro in eguale misura, non triplicata, altrimenti non ci sarebbe equilibrio);
- responsabilità personale e libero arbitrio;
- "come sopra, così sotto" e il potere delle parole (argomento che riprenderà in seguito);
- la realtà della pratica magica e il suo uso nell'attuare cambiamenti positivi (e non per "cazzeggiare", questo è il punto);
- l'essere parte della Natura e l'importanza fondamentale che ha questa connessione per noi pagani;
- il divino in ogni cosa (sono giusto poche righe, ma rende bene il concetto di panteismo).

Il terzo capitolo è incentrato sull'importanza e sul potere delle parole e del pensiero positivo. E' un argomento importante e dovrebbe stare nei libri per "principianti", invece non ricordo di averlo mai trovato. Io stessa sono per natura pessimista e queste pagine per me si sono dimostrate una sfida a cambiare atteggiamento (sfida accettata!). 

Quarto capitolo: l'importanza di stare in salute. Elenca tre principali metodi:
- le erbe (con qualche piccolo suggerimento pratico, usando come esempio la comune influenza)
- energy healing (e qui spiega le diverse modalità, dice di cosa si occupa lei di preciso e offre la spiegazione per un esperimento semplice e pratico su come manipolare l'energia)
- la connessione mente-corpo (una frase chiave è "Gran parte del rituale che praticano i curatori e gli sciamani è inteso in parte a convincere il paziente che la medicina sta funzionando, e questo è un ingrediente importante tanto quanto qualsiasi erba"... in sostanza accenna a quella che Jodorowsky chiama "Psicomagia"... e che altri vedono come "effetto placebo").


Sul quinto capitolo purtroppo ne spara una che ho dovuto rileggere più volte perchè non credevo ai miei occhi. Il tema è il cibo e quando ho letto che lei era stata vegetariana per qualche anno prima di ricominciare a mangiare carne, ho subito cominciato a preoccuparmi. Perchè in quanto vegana, so che quando uno inizia il discorso con "in passato sono stato vegetariano" puoi star sicuro che è in arrivo una boiata agghiacciante. E come volevasi dimostrare, eccola qui: lei si chiede se non sia una questione di karma negativo mangiare il tuo "animale guida" (che nel suo caso è un gregge di pecore... cioè, proprio un gregge, non una sola... ad ogni modo: pecora). E siccome il suo tipo di carne preferita è l'agnello, cosa ha fatto? In uno stato di trance ha chiesto al suo gregge di pecore se fosse giusto mangiare agnello... e loro le avrebbero risposto "ne saremmo onorate". 
Mi stai prendendo in giro?
No, adesso... parlando sinceramente: MI STAI PRENDENDO IN GIRO??
Me lo immagino io l'agnello terrorizzato che viene ammazzato e intanto pensa "vah, che botta di culo che adesso mi sgozzano così posso finire sul piatto di una wiccan! Yey!"
Ma si può?!
Quindi sì, ecco... questa è l'unica parte che mi avrebbe fatto venir voglia di mandarla a quel paese.

Ma proseguiamo, che è meglio... Il libro continua parlando di come affrontare i momenti di crisi e di come dividere il proprio spazio abitativo con non-pagani (e relativa distinzione di atteggiamento di questi ultimi). 
Poi continua con - ebbene sì - le faccende domestiche: dopotutto si capisce già dalla copertina che un capitolo come questo doveva esserci, e a me non dispiace affatto, soprattutto perchè dà i miei tanto amati "esempi concreti". Sì perchè, se non l'avevate capito, sono della Vergine, e noi adoriamo gli esempi concreti!

Ed ecco che si arriva al capitolo che ha ispirato il mio post di ieri, ovvero "quando sei ancora nel ripostiglio delle scope", cioè "quando nessuno sa chi sei in realtà".

La parte seguente del libro è più indirizzata verso chi ha famiglia, quindi l'ho letta un po' a volo d'uccello perchè essendo felicemente single, la cosa non mi riguarda, ma per dovere di cronaca gli argomenti sono il matrimonio (impegno/terra, comunicazione/aria, compromesso/acqua e compassione/fuoco), crescere bambini pagani (spiegare loro in cosa credete, mantenere il segreto senza vergogna, la scuola ecc...). Poi affronta il problema del pregiudizio e della tolleranza, e torna nel ripostiglio per chiedersi "quando, come e a chi" dirlo, quando si decide di farlo.

Anche la parte seguente ha degli spunti interessanti. Nonostante faccia parte di un coven, la Blake affronta la questione della strega solitaria e di tutti i lati positivi che questo percorso porta, ma sottolinea anche quelli che la "solitaria" potrebbe perdersi non lavorando in coven, come lo sperimentare l'energia di un gruppo di persone e lo spirito di fratellanza. Io sono una "solitaria" convinta, ma ammetto che non direi di no ad un'esperienza simile, se mai mi capitasse di trovare un gruppo di persone con cui mi sento a mio agio.
Da questo punto in poi, si concentra sulla vita del coven, ed è una lettura decisamente istruttiva e piacevole, sia perchè racconta diverse cose sul proprio gruppo, sia perchè si sofferma su argomenti che raramente vengono affrontati come le difficoltà di gestione, la flessibilità, la comunicazione e il creare un proprio coven per le motivazioni giuste.

L'ultima parte è incentrata sui rituali: da quelli legati al ciclo lunare agli otto sabbat, dalle altre feste più mondane (per lo più statunitensi, a dire la verità... noi possiamo anche sorvolare sul Columbus Day e simili) ai riti di passaggio (nascita, maturità, matrimoni, funerali ecc...). In chiusura un accenno sui "famigli" (la sua micia "Magic" dev'essere uno spasso XD), e un ritorno alla connessione con la madre terra parlando brevemente del giardino e dell'orto e della loro importanza.

*   *   *

In sostanza, questa è una lettura leggera ma che ti fa anche meditare e soprattutto ti fa venir voglia di approfondire diversi argomenti. Sì perchè si possono dire tante cose positive su questo libro ma di certo non che sia approfondito: però va bene così perchè non pretende di esserlo. Infatti la Blake cita molto volentieri altri autori e alla fine di ogni capitolo (ma a volte anche nel bel mezzo di un argomento), ti suggerisce un testo, e si capisce che lo fa perchè prova realmente un apprezzamento verso quel determinato libro. Ad esempio, quando in conclusione parla di giardinaggio, invita a leggere Ellen Dugan che è indiscutibilmente un esperta nel campo, e suggerisce "Garden Witchery" e "Cottage Witchery" che, guarda il caso, sono proprio i libri che inizierò a leggere oggi. :) 

Quindi sì, questo libro lo consiglio. E' pure scritto in modo simpatico, senza pretese di insegnare chissà quali verità, anzi, sembra più di chiacchierare con una persona che si considera alla pari con te: ti dà molti suggerimenti ma lo fa come per dire "questa cosa qui per me ha funzionato, perchè non provi? Chissà, magari piace anche a te".


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