Le perle del 2016


Come promesso, eccomi qui a parlare delle letture migliori dell'anno scorso. 
Il 2016, come mi ero ripromessa nel 2015, è stato l'anno dei classici. Avendone letti pochissimi, ho pensato bene di puntare su quelli, anche se fra uno e l'altro ci ho comunque infilato altre letture.
Partiamo quindi con i migliori classici dell'anno, in nessun ordine particolare.





Il richiamo della foresta by Jack London
"Il richiamo della foresta" di Jack London:
uno dei pochi libri che sono riusciti a tenermi incollata alle pagine dall'inizio alla fine, tanto che quando mi sono finalmente alzata dalla poltrona, non mi sentivo nemmeno più le chiappe: sintomo inequivocabile di un ottimo libro.


La freccia nera by Robert Louis Stevenson
"La freccia nera" di Stevenson:
uno stile impeccabile. Se amate il periodo medievale, questo è il libro che fa per voi. Ho intenzione di leggere anche quest'anno qualcosa di Stevenson, probabilmente L'isola del Tesoro.


Ligeia by Edgar Allan Poe
"Ligeia" di E.A.Poe:
chi mi conosce sa che adoro il buon vecchio Edgar, di cui ho un ritratto a puntocroce che torreggia in posizione dominante nel mio salotto... ma per qualche strana ragione, invece di leggerne l'intera bibliografia in un'unica grande maratona, ho inconsciamente deciso anni fa di volermi gustare le sue storie un assaggino alla volta. Ne ho ancora molte da leggere, ma finora Ligeia è quella che ho amato di più. Credo abbia aiutato anche il fatto che l'ho letta d'un fiato in una notte letteralmente buia e tempestosa.


The Silmarillion by J.R.R. Tolkien
"Il Silmarillion" di Tolkien:
se c'è un autore che amo ancora più di Poe, è lui. Se potessi, partirei per la Contea e non mi vedreste più. Con il Silmarillion, però, ho avuto un rapporto difficile: ne sono stata spaventata per anni! Sentivo tutti questi discorsi su quanto fosse complicato e difficile da comprendere, su quanto fosse pieno zeppo di nomi e su quanto la trama fosse un casino annodato ad altri dieci casini. In più l'unica copia in mio possesso era un minuscolo paperback in inglese e, per quanto io me la cavi egregiamente con i libri in lingua, lo stile "arcaico" di Tolkien associato ad una lettura che già di per sè si prospettava ardua, mi hanno sempre dissuaso dal prendere in mano quel volume. Così un giorno mi sono decisa e ho comprato l'edizione italiana. Non proprio quella che desideravo, in hardcover con le illustrazioni di Alan Lee per fare pendant con la mia trilogia del SdA, ma comunque una bella versione in paperback. (Certo che se qualcuno volesse regalarmi l'hardcover, non mi lamenterei, eh...). 
Beh, devo dirlo, non è certo una lettura semplice, ma è bella, bella. Aiutatemi a dire BELLA. Leggere il Signore degli Anelli è emozionante, ma il Silmarillion ti fa capire il passato della Terra di Mezzo e ti fa apprezzare il SdA ancora di più. E' la genesi di quel mondo e secondo me va letta come si leggerebbe un libro sacro o una raccolta di racconti mitologici. Lo stile è quello. Non è un "romanzo" come il SdA: è la mia bibbia. La creazione del sole e della luna come la racconta Tolkien è una delle storie più suggestive e commoventi che abbia mai letto. 
Non abbiate paura di aprire questo libro, ma un consiglio: prima leggete il SdA e lo Hobbit. Per apprezzare il Silmarillion, secondo me bisogna avere già nel cuore le storie successive. Un po' come con Star Wars: i prequel vanno visti dopo la trilogia classica.
Però avete tutto il diritto di spaventarvi per pezzi come questo xD

Intimoriti? xD No dai... io ho riso per mezz'ora... poi l'ho fotografato e messo su facebook per far ridere anche altri...


Robin Hood the Outlaw by Alexandre Dumas
Chiudiamo la parte dei grandi classici con il "Robin Hood" di Dumas: 
non che ci sia tanto da dire. Robin Hood è uno dei personaggi che ho amato fin da quando ero bambina e Dumas ha uno stile eccezionale (forse l'avrete notato: per me lo stile con cui un autore scrive vale l'80 per cento del voto finale)


The Bridges of Madison County by Robert James Waller When You See the Emu in the Sky by Elizabeth Fuller
I prossimi penso si possano definire dei "classici moderni": "I ponti di Madison County" e "Quando vedi un emù in cielo". 
Il primo è un'eccezione perchè io difficilmente mi metto a leggere romanzi d'amore, ma questo ne valeva la pena. Ho letto molte recensioni negative, ma come sempre è una questione di gusti: io mi sono messa a frignare come una fontata sul finale. Il secondo è un'avventura molto particolare nell'outback australiano. Anche qui con un copioso consumo di fazzoletti in chiusura.



E ora quelli che, beh... che non sono dei classici ma dovrebbero.

Kindred Spirits by Rainbow Rowell
"Kindred Spirits" di Rainbow Rowell: 
libretto minuscolo di appena una sessantina di pagine. Talmente veloce da leggere che ti alzi prima ancora che ti prenda l'intorpidimento chiappale. Preso se non ricordo male al costo di un euro su Amazon per il World Book Day - il 3 marzo - è una lettura obbligatoria per fans di Star Wars. 


Glastonbury by Dion Fortune
"Glastonbury" di Dion Fortune: 
avendo in passato già letto due suoi libri, nessuno dei quali mi era andato a genio, avevo forti dubbi se prendere anche questo. Ma l'amore che nutro per Glastonbury e le leggende che la circondano ha avuto la meglio. E ne sono felice perchè, finalmente in questo volume la cara Dion dà il meglio di sè e il suo amore per questo luogo trasuda da ogni pagina. Lo senti chiaramente. Il sottotitolo dice tutto: "Avalon of the heart". Per amanti del mito arturiano: se masticate bene l'inglese, fatevi un favore e compratevi questo libro.



Concludo con qualche menzione speciale... 


Perdurabo, Revised and Expanded Edition by Richard Kaczynski
"Perdurabo" di R. Kaczynski: 
la giganorme biografia di Aleister Crowley che ha impegnato l'autore in una meticolosa e quasi ossessiva ricerca di dati durata un quarto di secolo. Una standing ovation per l'impegno.


Sei biblioteche. Storie impossibili by Zoran Živković Il lampionaio di Edimburgo by Anthony O'Neill
"Sei biblioteche" di Zoran Živković e "Il lampionaio di Edimburgo" di Anthony O'Neill: 
ne ho già parlato in questo blog a proposito dei libri grandemente sottovalutati o, come in questo caso, troppo poco conosciuti.


Da dove veniamo? by Roberto Giacobbo
"Da dove veniamo?" di Roberto Giacobbo: 
ebbene sì, è un gran bel libro. Consigliato a chi si sta avvicinando ora all'archeologia misterica, perchè offre un'ampia gamma di argomenti che lasciano libero il lettore per ulteriori approfondimenti. Ma comunque piacevole da leggere anche per chi di queste cose si interessa da anni, perchè Giacobbo, parlando qui solo di luoghi che ha visitato personalmente, rende sempre interessante il racconto con aneddoti personali. 


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